“Streaming audio ad alta qualità“: con questo slogan viene presentata l’ultima piattaforma del panorama dello streaming audio, attualmente una gallina dalle uova d’oro che fa gola a molti. Tidal (dall’inglese Tide, marea) nasce nel 2014 da Aspiro, un’azienda scandinava specializzata nella distribuzione di materiale d’intrattenimento attraverso i canali digitali. Tale azienda viene acquisita nel 2014 (per la “modica” cifra di 56 milioni di dollari) dalla società “Project Panther Bidco”, posseduta dal noto produttore discografico Jay-Z.
Ma cosa differenzia Tidal dai suoi avversari? Principalmente la piattaforma si prefissa lo scopo di offrire ai suoi utenti musica ad alta qualità, distribuendo brani musicali in formato lossless (ossia “senza perdita di informazione”), permettendo un ascolto di qualità del materiale disponibile, cosa che aziende di punta del settore come Spotify ed Rdio non offrono.
Un’altra caratteristica su cui fa leva (che per l’utenza però non avrà una certa influenza) è il controllo della piattaforma in termini aziendali: Jay-Z ha deciso di cedere il 3% delle quote societarie ad altri 15 artisti di fama internazionale ( la moglie Beyonce, Madonna, Daft Punk, Usher, Nicki Minaj, Kanye West, Calvin Harris, deadmau5, Jack White, gli Arcade Fire, Jason Aldean, Chris Martin dei Coldplay, J. Cole e Rihanna), in modo da tener fuori dai giochi persone che hanno l’unico scopo di rendere il servizio una macchina mangiasoldi, a discapito degli artisti che offrono il proprio materiale attraverso questo servizio.
Tralasciando le caratteristiche tecniche e l’imponente mole di materiale fruibile (ben 25 milioni di brani) Tidal disdegnerà la formula Freemium, garantendo un servizio senza banner pubblicitari e di ascolto offline della musica, attraverso un canone mensile di 19.99 euro per l’offerta “Hifi” (ad alta qualità), altrimenti di 9.99 euro per ascoltare musica di qualità normale.