L’ultimo kolossal digitale: Avatar, film che apre un nuovo capitolo del cinema in 3D
Cosa potrebbero avere in comune Gollum del Signore degli anelli, Davy Jones dei Pirati dei caraibi, Jar jar Binks di Star Wars la minaccia fantasma e Scrooge di Christmas Carol? Apparentemente nulla se si pensa alle storie che li hanno resi celebri al cinema ma osservandoli con attenzione si scopre che sono tutti “figli” della Motion Capture. E questa insolita famiglia si è da poco allargata con l’arrivo dei Na’vi protagonisti di quello che viene già definito un capolavoro di fantascienza in 3D, Avatar, di James Cameron.
Le premesse sono delle migliori, il film è stato presentato come il miglior film realizzato con le tecniche tridimensionali con un budget milionario, poche volte il cinema ha giocato con la scienza come in Avatar. L’aspetto realizzativo del film è stato caratterizzato oltre che dall’utilizzo dell’ormai stranota Motion Capture anche della più innovativa Performance Capture, tecnica molto simile alla prima citata ma che utilizza una tecnologia più sofisticata. Vediamole nel dettaglio.
La Motion Capture è la tecnica che permette di catturare i movimenti dell’attore o di chiunque indossi una particolare tuta in lycra su cui sono presenti dei LED in particolari punti del corpo, precisamente in quelli caratterizzati da una maggiore contrattura muscolare. I led o marker invieranno dei segnali ottici che riprodurranno fedelmente nel pc la figura di un essere virtuale con movenze molto realistiche.
L’innovazione legata alla Performance Capture sta nel voler catturare con assoluta precisione anche i movimenti facciali; il risultato è davvero soprendente perché i personaggi virtuali riescono a rappresentare in maniera davvero realistica gli stati d’animo e i sentimenti che si vogliono comunicare. L’innovazione che Avatar ha dato a questa tecnica consiste nel sostituire i marker, o punti led posizionati sul volto dell’attore con un casco di microtelecamere incorporate. Il risultato è stupefacente.
Quello che si riesce ad ottenere utilizzando queste tecniche è la creazione di personaggi che nascono da un mix di più persone, è possibile infatti rubare le movenze ad uno e l’aspetto ad un altro, l’originalità è davvero assicurata. Il realismo è davvero impressionante. Ma l’innovazione portata da Avatar non si limita solo a questo. Durante la lavorazione al film sono state introdotte tecniche come VirtualCamera che permette di riprodurre in tempo reale l’ambientazione permettendo al regista di vedere la scena direttamente nel momento in cui viene girata e la Simulcam che permette di vedere nel monitor contemporaneamente l’attore reale e il personaggio digitale.
Avatar rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo del cinema in 3D, perciò prepariamoci a vedere cose ancora più stupefacenti nel futuro..mai il virtuale è stato tanto vicino al reale!
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